mercoledì 23 dicembre 2009

PANETTONE

sembrerà banale ma le storie riguardo l'origine del panettone sono numerose , questa proposta dalla "Stampa" mi sembra molto credibile e molto e digeribile.........buona lettura.........

la sera della vigilia e pranzo di Natale sono un susseguirsi di prelibate tradizioni gastronomiche, talvolta rivisitate e corrette, talvolta rimaste ineluttabilmente uguali a se stesse. Protagonisti indiscussi di queste ricorrenze, i dolci. Panettone, pandoro, panforte e torrone non possono mancare a conclusione dei tradizionali banchetti natalizi.
L'origine del panettone è milanese. Le sue radici vanno molto indietro nel tempo e sono legate al pane arricchito con miele, uva secca e spezie. Come spesso accade per talune preparazioni gastronomiche entrate nell'immaginario collettivo, anche il panettone ha le sue leggende. C'è quella che fa risalire la realizzazione di questo dolce intorno al 1400 e all'amore di Ughetto, figlio del condottiero Giacometto degli Atellani, per Adalgisa, figlia del panettiere Toni. Ughetto si fece assumere presso la bottega del panettiere e imparò il mestiere fino ad inventare un pane ricco di burro, uova, zucchero, cedro e aranci canditi: fu un tale successo che insieme all'amore, trionfò anche questo dolce che, da allora, prese il nome di «pan di Toni», che ai giorni nostri è diventato «panettone». Un'altra leggenda lo associa, invece, alla corte del duca Ludovico dove, per la vigilia di Natale, doveva essere preparato un nuovo dolce. Ma la preparazione bruciò in forno e il cuoco, per non sfigurare, seguì il suggerimento di un giovane di cucina, di nome - ovviamente - Toni: questi consigliò di servire lo stesso il dolce giustificando la bruciatura come una specialità «in crosta». Diverse le storie, medesimo il risultato. A contendergli il primato c'è un'altra specialità, il veronese pandoro. L'attuale versione risale all'Ottocento come evoluzione del «nadalin», il duecentesco dolce della città di Verona. Il nome e il caratteristico colore giallo oro risalirebbero alla Repubblica Veneziana dove era in uso servire cibi ricoperti con sottili foglie d'oro zecchino e, tra questi, sembra ci fosse anche un dolce a forma conica chiamato «pan de oro». La data ufficiale che sancisce la nascita del pandoro è il 14 ottobre 1884, giorno in cui Domenico Melegatti depositò all'ufficio brevetti un dolce dall'impasto morbido e dal caratteristico stampo di cottura con forma di stella troncoconica a otto punte, opera del pittore impressionista Angelo Dall'Oca Bianca. A far compagnia a panettone e pandoro non può mancare un buon pezzo di torrone: al cioccolato, al pistacchio, piccolo o grande, morbido o duro che sia, anche questa golosità vede le proprie origini contese a colpi di leggende. Cremona ne rivendica la paternità facendola risalire al banchetto nuziale tra Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza nel 1441, con la denominazione «torrone» che deriverebbe da Torrazzo, la torre campanaria che sovrasta la cattedrale della città. Il dolce natalizio le cui origini sono invece certe è il panforte. Tipico di Siena, questa ghiottoneria risale dal '200 come pane mielato, preparato nei monasteri da frati e suore. La definizione «panpepato» giunge solo dopo l'arrivo in Europa del pepe, ulteriore ingrediente di questo «cibo d'emergenza», come veniva definito dalle milizie senesi durante la caduta della repubblica di Siena (XVI sec). Diciassette sono gli ingredienti che lo compongono, come dal 1675, diciassette sono le contrade del Palio: miele, zucchero, farina di grano, noci, nocciole, mandorle, popone candito, cedro candito, aranci canditi, scorza di limone candita, corteccia di cannella, coriandolo, pepe aromatico, pinoli, chiodi di garofano, acqua per impastare e fuoco per cuocere.